Durante la Signoria Malatestiana vi erano in Brescia diversi piccoli ospedali, generalmente sotto la gestione dei frati Umiliati. I più moderni erano quello di San Cristoforo all'Albera e quello del Terz'Ordine Francescano di via Capriolo, chiamato Domus Misericordie [Robecchi Franco, Spedali Civili di Brescia - mezzo millennio di carità e assistenza sanitaria, Vol. I, Tipografia Camuna, Brescia, 2000, pp. 35-36].
Ma le antiche Discipline che si occupavano di assistenza sanitaria, in declino durante il XIV sec., si riuniscono in un'unica congregazione solo nel 1412, dandosi delle norme anche per la gestione dell'ospedale di San Cristoforo [Bonfiglio-Dosio Giorgetta e Falcioni Anna, La Signoria di Pandolfo III Malatesti a Brescia, Bergamo e Lecco, Bruno Ghigi Editore, Rimini, 2000, pag. 106].
Il 10 luglio 1412 la Congregazione delle Discipline Bresciane delibera la costruzione dell'Ospedale di San Cristoforo. Alla decisione prendono parte, fra gli altri, i rappresentanti della Disciplina di Sant'Agata, quelli di San Giorgio e quelli dei Santi Nazaro e Celso, alla quale apparteneva il notaio Francesco Cortesi che da quell'anno inizia la redazione dell'Instrumento dell'istituzione [Lonati Riccardo, Catalogo Illustrato delle Chiese di Brescia, Edizione fuori commercio, Brescia, 1989-1993, pp. 926-297].
Tale ospedale, nasce su preesistenze assistenziali originatesi nel 1344, in contrada del Carmine n. 28, nell'ambito del complesso monastico di Santa Chiara Nuova, di cui resta qualche segno architettonico nei cortili interni [Ibidem, pp. 291-292]. Da San Cristoforo proviene una Madonna con Bambino ora alla Pinacoteca Tosio Martinengo, segnalata da Panazza come opera di Testorino o Prandino, pittori operanti anche presso Pandolfo III [Panazza Gaetano, La pittura nei secoli XV e XVI, in Storia di Brescia, II, Brescia, 1963, pp. 948/953].
Altro discorso riguarda il Convento degli Umiliati della Crociera di San Luca, posto tra le attuali vie Moretto e corso Zanardelli, che dal 26 marzo 1447 si evolve nella costruzione dell'Hospitale Magnum [Robecchi Franco, Spedali Civili di Brescia - mezzo millennio di carità e assistenza sanitaria, Vol. I, Tipografia Camuna, Brescia, 2000, pag. 93] ad opera del Consorzio di Santo Spirito che, già dal 1416 chiedeva di entrare in possesso della chiesa di San Marco, dove avvenivano le sue riunioni [ibidem pag. 65]. Tra i pochi resti oggi ancora leggibili, c'è il loggiato al numero 7 di via Cavallotti, con archi trilobati in laterizio, architettonicamente del tutto analoghi a quelli malatestiani di Casa Braga.